Michi ed il valore dell’allenamento
La strada da percorrere è la grande scelta che influenza la nostra vita e la vita di chi ci è vicino. Ognuno di noi vuole realizzare qualcosa nella sua vita, aspirazioni e progetti si affollano nella nostra mente fin da quando siamo bambini, poi crescendo ed apprendendo riusciamo ad elaborare ed isolare gli obiettivi che più ci sono a cuore e quindi dedicarci al loro raggiungimento. La difficoltà dell'individuare la giusta Via molto spesso ci porta ad appoggiarci ad altre persone e quindi a seguire delle "orme" in percorsi già tracciati.
Sin dal principio quante più orme troveremo nel sentiero tanto più potremo avere una ragionevole certezza che la Via scelta è corretta, viceversa trovarsi ad un tratto con pochi riferimenti cui appoggiarsi dovrebbe farci ragionare sul fatto che probabilmente la Via presa è sbagliata. Solo avendo umiltà e molta consapevolezza potremo seguire una via mai percorsa da altri, umiltà nel riconoscere che se non è ancora stata percorsa per qualche ragione potrebbe non essere non corretta, consapevolezza per capire quanto questa via possa portare al male proprio o di altre persone. Percorrere la strada scelta è in ogni caso difficile poiché i grandi progetti sono alla vista di tutti ma il realizzarli costa invece tempo e fatica oltre a sacrificio ed impegno.
Un esempio immediato ma significativo è la nostra presenza nel dojo di Shorinji Kempo, noi seguiamo la Via tracciata da altri con la voglia di migliorarci, sfruttando l'insegnamento di Kaiso e le indicazioni di coloro che prima di noi lo hanno seguito. Seguire la strada marcata da altri quindi non è un segno di debolezza ma anzi una necessità soprattutto per chi inizia, come è insegnato nel Kenshi no Kokoroe con il concetto di Kiakka Shoko, introdotto all'attenzione del praticante fin dalle prime lezioni di Shorinji Kempo.
Proprio in Kiakka Shoko si deve cercare il metodo per seguire il sentiero che si è scelto, passo dopo passo, facendo sempre attenzione a non allontanarci da esso e soprattutto a riconoscere le orme davanti a noi. Ci accorgeremo anche che più andiamo avanti più la nostra conoscenza aumenta ed insieme con essa anche la consapevolezza portandoci a vedere il sentiero con occhi diversi, concetto sintetizzabile con la caratteristica Shu Ha Ri.
Un particolare che presto o tardi noteremo è che più avanziamo e meno orme troveremo sul sentiero. Questo è dato dal naturale evolversi delle cose, non tutti hanno la forza necessaria per continuare ad avanzare, lo Shorinji Kempo ha tra i suoi obiettivi quello di formare dei leader, vale a dire persone che si fanno "carico" di tracciare orme in modo che altri possano seguirle.
L'errore più grande che si può commettere riguardo al concetto di Michi è proprio quello di lasciare che resti un'idea.
La Via, qualunque essa sia, deve essere percorsa, non basta aver pensato dove si vuole andare per esserci arrivati. Troppo spesso si pensa di fare qualcosa ma poi non si ha né la forza né il coraggio di realizzarla. Studiare e capire il concetto di Michi deve portarci a trasformare i nostri pensieri in azioni e non lasciarli nel limbo delle cose che si vorrebbero fare, specialmente se coinvolgono impegni e sforzi di altre persone.
L'allenamento, quindi la pratica, ci fornisce la conoscenza per avanzare sul sentiero scelto, senza di esso non solo non riusciremo mai a raggiungere gli scopi che ci siamo prefissati ma resteremo fermi nel punto in cui siamo.
Considerarsi arrivati è l'errore più grande, e purtroppo anche il più frequente, di coloro che per "pigrizia" o per "arroganza" smettono di allenare le loro capacità e si nascondono dietro ai parziali traguardi raggiunti.
Allenarsi, e quindi partecipare alla "vita sociale" dello Shorinji Kempo, è, oltre un dovere di coloro che vogliono chiamarsi kenshi, l'unico modo di onorare il concetto di Michi.