Ho cominciato la pratica dello Shorinji Kempo nel 1991, allora avevo 25 anni e lavoravo da 6, ed ero alla ricerca di uno sport che si confacesse alle mie esigenze di movimento e di tempo.
Avevo provato con i pesi, ma la noia e la povertà di contenuti mi avevano fatto cambiare idea in fretta.
Un giorno guardando un film di arti marziali in televisione mi ricordai che un mio amico, Alfredo Falcone, ormai da tempo praticava un’arte marziale con un nome strano, così incuriosito gli telefonai chiedendogli informazioni; fu allora che Alfredo mi portò a vedere una lezione, durante la quale rimasi subito affascinato dalle caratteristiche tecniche della disciplina, chiaramente per quanto ne potessi capire, e in cui parlai con il mio maestro Rosario Previti, che manifestò la sua intenzione di cominciare ad insegnarmi lo Shorinji Kempo.
Poiché per iscrivermi dovevo aspettare un mese circa, non persi occasione per informarmi con Alfredo circa le caratteristiche dello Shorinji Kempo.
Fu così che cominciai a rendermi conto dell’importanza che avrebbe avuto l’aspetto filosofico oltre a quello fisico nella pratica di questa disciplina.
A gennaio del 1991 ebbi la mia prima lezione, in cui feci conoscenza con altre persone con le quali ho continuato e continuo a fare pratica anche oggi.
Durante questi anni le mie conoscenze delle tecniche e della filosofia Kongo Zen sono aumentate, e mi sono reso conto sempre più quanto la visione della vita che dà il Kongo Zen si adatti al mio modo di pensare e sentire le cose.
Sono consapevole delle difficoltà che incontrerò, del bisogno continuo di fortificarsi e di crescere per se e per gli altri, di quanto sia importante cooperare ed allenarsi insieme nel rispetto reciproco, l’importanza di non perdere mai di vista né la crescita equilibrata di mente e corpo spiegata da Ken Zen Ichinyo, né l’equilibrio tra forza e amore espresso da Riki Ai Funi, il riuscire a vivere pienamente metà per me stesso e metà per gli altri, e l’importanza di riuscire a capire la natura del Dharma e quindi il ruolo e l’influenza che abbiamo nel mutare e nel divenire delle cose.
Virtù come coraggio, motivazione, il senso del giusto possono essere coltivate attraverso la pratica continua ed è ciò che mi prefiggo di continuare a fare “condividendo questi propositi con gli altri, in amicizia, rispetto e aiuto reciproco”.
Con questo spirito ho partecipato a numerosi stage interregionali, stage nazionali come Linguaglossa 1992, Anzio 1993, Milano 1994, Norcia 2004 dove ho conseguito il grado di 3° dan Chu Kenshi, Messina 2005, Norcia 2010, stage europei come Londra 1994 e Norcia 2007.
Al Taikai Europeo a Lisbona dal 2 al 4 ottobre 2015 ho conseguito il mio grado attuale di 4° Dan Seikenshi.