Non c’entrano perdite e profitto
(Ottobre 1969, ad un corso per istruttori)
Quando vi vedo, ciascuno nel suo dogi, sembrate tutti meravigliosi. Quando vi faccio fare le tecniche, siete proprio bravi. Ma la parte più vitale del vostro allenamento, la coesione di gruppo, vi manca. Accampando scuse e nascondendosi dietro espressioni come “auto-sviluppo” o “fare le proprie cose da soli”, c’è uno strano gruppo che sta crescendo fra voi e che ignora la sofferenza altrui. Penso che questo sia questo un problema.
Per rendere il mondo forse almeno un pochino migliore, anche se con qualche sacrificio personale, ho iniziato il movimento del Kongo Zen. Per preparare persone capaci di agire con efficacia e che intraprendessero una battaglia per uno stesso obiettivo.
Tutti dovreste rileggere la prima pagina dello Shorinji Kempo Kyohan. Da quali motivazioni è iniziato il movimento Kongo Zen e per quale motivo lo pratichiamo – è tutto scritto lì.
Attraverso le mie esperienze di guerra, ho scoperto una via per affrontare la vita come un essere umano. A questo modo di vivere ho dedicato la mia vita.
Non c’entrano perdite e profitto.