Voglio lottare per esser la persona virtuosa che dovrei essere.
(Aprile 1975. Discorso ad un campo d’addestramento universitario)
Per quelli che non hanno mai patito la fame, che non hanno mai conosciuto la guerra se non per televisione o nei film, dev’essere difficile da concepire, ma quando gli uomini vengono messi con le spalle al muro, mostrano lati terribili di sé stessi.
Personalmente, fui in grado di tornare in Giappone sano e salvo grazie all’aiuto di molti Cinesi e in mezzo a ripetute esperienze di quei lati rivoltanti dell’umanità fui stranamente capace di acquisire un saldo senso dei valori. All’inizio del Kyohan riassumo ciò nella frase. “La persona, la persona! Tutto dipende dalla qualità della persona!”. Un’altro modo di esprimere ciò è dire ho incominciato a riflettere seriamente sul problema “Come dovrei vivere in quanto persona?”.
Chiaramente è facile dire cose che suonano bene finché la vita quotidiana va avanti senza scosse. Anche un buon comportamento è generalmente possibile quando siamo nell’abbondanza. Ma quando si viene alle strette, vien fuori il carattere profondo delle persone. La gente può fare senza pensarci troppo cose che non avrebbe mai nemmeno considerato. Per la propria salvezza o per il proprio interesse uno può sacrificare l’altro con la più perfetta calma. Questo è umano e tutti ne abbiamo dentro il potenziale in un modo o nell’altro.
Ma in un mondo di gente fatta così, ci sono state persone che hanno decisamente dimostrato un’umanità diversa – quel che io ritengo essere un carattere morale.
Sia che fronteggiassero l’inferno o che vivessero in paradiso, queste sono persone che hanno mantenuto la loro virtù. Che cos’è dunque questo carattere morale che hanno costoro?
Per dirla in parole semplici, virtù significa azioni basate su una retta bontà dello spirito. In altre parole – e chiaramente questa è una mia interpretazione – non è sinonimo di intelligenza. Naturalmente, in generale, quelli che hanno sviluppato un elevata intelligenza sono intellettuali e persone particolarmente fini e brillanti. Però più si sviluppa l’intelligenza, più è facile essere egoisti e calcolatori. Perciò io intendo virtù ed intelligenza come cose separate e, mentre mi piacerebbe essere un intellettuale, più di questo voglio lottare per essere la persona virtuosa che dovrei essere.
Quel che m’ha portato a pensarla così sono state le mie esperienze di sconfitta in guerra.
E quando ho visto una foto sul giornale di stamattina, ci ho pensato ancora. La didascalia della foto diceva “Sud Vietnam. Un ufficiale americano colpisce col pugno un uomo che tenta di salire su di un elicottero da evacuazione già pieno e gli impedisce di salire a bordo”. Qui si registra l’operato di un ufficiale americano, ma costui non è l’unica persona detestabile e brutale coinvolta.
Portando la cosa all’estremo, quella foto rappresenta in una sola immagine quel che è un aspetto profondo e immutabile della realtà umana che noi stessi uomini abbiamo creato.
Però, come ho detto prima, sebbene siano poche, è vero che ci sono persone diverse.
Io, che voglio avvicinarmi ad essere uno di costoro, voglio far qualcosa per questo.
Ci sono quelli che cercano di usare la guerra per aumentare il loro potere ed io non li appoggerò. Rifiuto di diventare un assassino per queste persone. Rifiuto di essere ucciso senza motivo.
Voglio mettere ben in chiaro le motivazioni per le quali dovremmo portare avanti queste cose.
Chiedo questo a me stesso e a tutti voi , che siete miei allievi.