Dato che si vive una volta sola
(Marzo 1975. Discorso al Campo di Addestramento Universitario)
Non importa quanto la gente prega o implora, quando si muore si muore e quando non si può far qualcosa non la si può fare e basta. Gli uomini vivono sempre con dei limiti, incluso il limite per cui tutti finiscono per morire, non importa chi siano. Questa è la realtà.
Però, proprio per questo motivo, emergono grandi significati dal modo in cui uno vive e da quello che uno sceglie di essere nell’unica vita a disposizione.
Ne deriva che se avete delle opinioni, allora vale la pena metterle alla prova. Una volta che avrete capito questo, potrete considerare l’intero spettro dei dolori e delle gioie della vita come risorse per la vostra maturazione.
Ci sono persone che dicono: “Scoprirò quel che si chiama ‘me stesso’, avrò fiducia in me stesso e mi svilupperò per diventare una persona degna di fiducia”. Perché vi esorto dicendovi che voglio costruire un gran numero di persone così? Considerate come un’opportunità la vostra partecipazione al programma di oggi e chiedetevi: “Perché io sono nello Shorinji Kempo?”. Questo è un buon momento per chiederselo. Che cosa vi rispondete? Fatevi questa domanda ancora una volta in tutta onestà.
Se non lo fate, il significato di questa vacanza e di esservi pagati il treno per venire a Shikoku andrà perso. Ci sono tanti modi di divertirsi per gli studenti universitari, ma voi vi siete dati la pena di ritagliarvi del tempo per venire ad incontrare me. Non è forse perché state cercando qualcosa con non potete neanche immaginarvi da soli? Qualcosa che vi manca. In qualche modo siete inquieti, il vostro mondo è in disordine.
Che siate o non siate pienamente coscienti di questo desiderio, di questa insoddisfazione, di questo dubbio, lui è sempre lì, a rodere il vostro cuore. Non è così?
In conclusione, il non essere capaci di capire nei dettagli quel qualcosa che ci manca, il non essere in grado di risolvere i nostri dubbi, il non sapere nemmeno cosa ci porterà il domani – questo è essere uomini! Non mi piace parlare così, perché suonano un po’ come le parole di un monaco Zen, ma questo è ciò che rende interessante la vita.
Vi faccio un esempio facile. Immaginate di sapere fin dall’inizio che sposerete qualcuno in un certo giorno preciso e che divorzierete in un altro certo giorno preciso durante il vostro terzo anno di matrimonio. Per quanto mi riguarda, non vorrei nemmeno innamorarmi!
Quel che cerco di dirvi è che se non sapete come finirà, semplicemente provate ad andare fino in fondo. Giusto? E poi, se provate e non funziona, è anche importante avere lo spirito per provare ancora e ancora e ancora.
Lasciate che vi faccia un’altro esempio dalla vita quotidiana. Credete di amarvi e vi sposate, ma in qualche modo vi siete sbagliati. Non va per il verso giusto. L’ho sperimentato di persona. Ma se succede così, piuttosto che scannarsi e ringhiare l’uno contro l’altro, separarsi può portare entrambi alla felicità. Se rinunciate perché vi sembra una fatica eccessiva, il conflitto può diventare molto peggiore.
Quando decidete “questo è ciò che dovrei fare”, provate a farlo!
Immaginate di fallire e perdere tutto ciò che avete. Come ho già detto, non siete ancora morti, perciò dovreste capire che avete ancora un sacco di possibilità di mantenervi saldi davanti agli eventi futuri.
Quindi se comprendete i fondamenti del vivere in questo modo non dovrete rimuginare sui piccoli particolari banali che la vita vi presenta, né rimanere paralizzati davanti all’incertezza del futuro.